E’ arrivato il momento anche per noi comuni mortali d’occidente di poter testare con mano (in lingua comprensibile) uno dei titoli più intriganti di quest’anno: stiamo parlando di Catherine, curioso adventure formato puzzle game dalle forti tinte horror/erotiche. Lo stile e l’esperienza del team alle spalle (lo stesso della saga Persona) rappresentano uno dei fattori che hanno permesso a questo gioco (il primo che il team sviluppa per console HD) di raccogliere le attenzioni del pubblico amante del gusto ricercato.

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L’inizio della demo, dopo un filmato animato di ottima qualità artistica, ci vede subito impegnati all’interno di una sorta di stage-tutorial dove potremo fare confidenza con i comandi da impartire a Vincent, il lunatico protagonista del gioco. In questa modalità di gioco il nostro scopo sarà quello di scalare una imponente torre fatta di blocchi di pietra. Vincent può spostarsi solo in blocchi che siano adiacenti tra loro sfruttandone i bordi. Nel momento in cui non troveremo altri blocchi da scalare, ecco una seconda azione che possiamo effettuare: spostare i blocchi avanti o indietro al fine di creare un passaggio che risulti percorribile dal nostro Vincent. Essendo ancora il primo livello, nessuno ci corre dietro e il gioco ci fornisce tutto il tempo che desideriamo finchè non prendiamo confidenza con i comandi e non familiarizziamo abbastanza con l’ambiente di gioco. In questo primo stage ovviamente saremo guidati da una voce “esterna” che ci impartirà suggerimenti e vedremo istruzioni a video che ci supporteranno a dovere. Spostando i blocchi ci verranno evidenziati dei “bordi blu” che evidenzieranno i collegamenti tra i vari blocchi collegati con quello appena spostato. Da notare che in questa demo possiamo giocare solo in modalità Easy, modalità che prevede la possibilità di “annullare” un’azione svolta come per esempio lo spostamento sbagliato di un blocco. Il primo livello si conclude con una porta che ci porta (scusate il gioco di parole) nella realtà facendoci rendere conto che si trattava di un incubo di Vincent. La schermata di fine livello valuterà la nostra impresa mostrandoci i punti bonus che abbiamo conseguito e il “trofeo” (nel nostro caso ne abbiamo vinto uno d’argento).

A questo punto faremo una pausa e vedremo una serie di filmati: una prima sequenza ci presenta al meglio i personaggi di Vincent, insicuro e apparentemente molto complessato, e la sua fidanzata Katherine, ragazza più sicura e che non si crea problemi a fare progetti a lunga scadenza. Katherine sembra voglia far capire a Vincent che la loro relazione dovrebbe giungere a un nuovo stadio; cosa che rende Vincent decisamente preoccupato: lo spettro del matrimonio sembra avvicinarsi. Vincent decide di parlarne con un paio di suoi amici presso un locale chiamato Stray Sheep. Nonostante lo sfogo, Vincent si sente tutt’altro che rassicurato e a questa serie di preoccupazioni si aggiunge la notizia della morte di un loro conosciente, deceduto misteriosamente da quella che viene definita “mystery death”, una morte improvvisa e che sembra agire di notte portando alla scoperta del cadavere solo mattina seguente.

Qui finisce la nostra prima parte della demo.

La seconda parte della demo ci mostra, oltre a un Vincent rimasto solo sul tavolo del locale Stray Sheep, una ulteriore feature del gioco e che, per quanto semplice, definirà gli equilibri e gli esiti della trama del gioco: si tratta semplicemente di leggere gli sms e decidere di rispondere o meno ai messaggi che ci vengono mandati. Nella demo dovevamo scegliere se rispondere o meno a un paio di messaggi che ci ha mandato Katherine. Il rispondere o no comporta un diverso “tasso di trasgressione” (indicato nel gioco come sorta una barra in stile bilancia che, a seconda del nostro comportamento, potremo far pendere su un lato o sull’altro). Finita questa breve fase di gioco, abbiamo un nuovo filmato dove una ragazza chiede gentilmente a Vincent se può sedersi accanto a lui. La scena a questo punto cambia e saremo nuovamente all’interno di un incubo zeppo di “uomini pecora” (divenuto già uno dei simboli ricorrenti del titolo). Questo secondo stage, a differenza del primo, rappresenta il primo reale banco di prova in quanto ci sarà un mostro (in questo caso a forma di Katherine) che ci inseguirà nella scalata della torre uccidendoci nel caso dovesse arrivare sul nostro stesso piano. Da segnalare la presenza di ulteriori elementi di gioco (come per esempio un “cuscino” che rappresenta un checkpoint da cui potremo ripartire nel caso dovessimo fallire oppure dei soldi oppure l’opportunità di creare massi nel caso dovessero servire). Bisogna ammettere come il gioco, con tutto che sia a livello Easy, non si dimostra perfettamente accessibile e il fatto di essere fondamentalmente un puzzle gaming non deve sottovalutare:  sarà necessario pensare e agire in fretta prima che il boss ci raggiunga e basta pure una mossa sbagliata per rischiare di finire in una morte tragica (e non casuale il fatto che siamo morti in maniera misera e becera diverse volte nella demo). Ottima l’atmosfera singolare: mentre scaleremo, la voce di Katherine ci tormenterà e non ci farà tanto piacere ascoltarla per molto. Interessanti soprattutto le animazioni e gli effetti: in determinati punti, Katherine agirà sulla torre trasformando diversi blocchi di pietra in blocchi di piombo che risulteranno più difficili da scalare fornendo un ulteriore ostacolo verso la meta finale. Con non poche difficoltà, giungiamo alla vetta e la luce che fuori esce dalla porta sconfigge Katherine formato incubo. Come nel primo stange, anche qui vedremo la schermata finale per il punteggio conseguito e il trofeo ottenuto. Un ultimo filmato finale ci mostra un Vincent sconcertato dalla presenza di una ragazza bionda (per giunta nuda) nel suo letto. A questo punto la demo finisce mostrando uno degli ultimi trailer del gioco rilasciato nei giorni scorsi.

Commenti finali
Onestamente non vediamo l’ora di provare la versione completa: Catherine ha tutte le potenzialità per entrare a far parte dei titoli a sorpresa di questo 2011 grazie a un comparto aristico di grande spessore, ai filmati animati gradevoli e all’atmosfera ricercata. Se a questo aggiungiamo una trama “matura” e potenzialmente profonda ecco che il nostro tasso di interesse non può fare altro che incrementare in modo sconsiderato. Non essendoci in programma una ditribuzione sul territorio europeo, non ci rimane altro che importarlo oltre oceano. Love is not over.