A quasi 10 anni dalla pubblicazione abbiamo messo mano a BloodRayne, action game condito da toni cupi, atmosfere oscuri e che è uscito sull’onda del successo che il genere (agli inizi degli anni 2000) stava vivendo nel periodo della sua pubblicazione. L’occhio più attento non avrà fatto a meno di notare svariate influenze a più titoli quali Devil May Cry per quanto riguarda le meccaniche di gioco e la saga di Legacy of Kain per quanto concerne le atmosfere. Proprio alla saga di Kain c’è un altro tassello comune: i vampiri.

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In BloodRayne c’è una protagonista assoluta: Rayne, una sensuale quanto mortale guerriera per metà umana e per metà vampira affiliata alla Brimston Society, una sorta di società organizzata nella lotta contro il male occulto e l’uso della magia per scopi malvagi. La trama del gioco si ambienta ai tempi della seconda guerra mondiale e, dopo una prima missione di presentazione del personaggio, capiremo molto presto che i nostri nemici non sono altro che i nazisti. I tedeschi pare abbiano creato una strana divisione (chiamata sotto il nome di G.G.G.) specifico per lo studio e lo sfruttamento di attività paranormali per scopi militari. Per farlo devono recuperare delle reliquie sparse in varie zone del mondo e Rayne riceve l’incarico di fermarli.

La mezza vampira si rivela una autentica ginnasta capace di effettuare salti di una certa altezza, acrobazie, piroette e altre azioni che ci consentono di dire che a Rayne senza dubbio non pecca di agilità. Queste caratteristiche sono perfettamente impiantante nello schema di gioco e non avremo nessuna difficoltà nell’approcciarci con Rayne avendo così totale controllo fin da subito. Anche il sistema di combattimento è altrettanto semplice e immediato in quanto con un singolo tasto effettueremo attacchi corpo a corpo grazie alle lame disposte sulle braccia di Rayne. Attaccando, Rayne incrementerà una specifica barra che, se riempita, ci permetterà di attivare una modalità chiamata “Furia Assassina”. Tale modalità permetterà a Rayne di assumere una potenza di attacco estrema e maggiore resistenza agli attacchi nemici; naturalmente questa modalità è temporanea e finisce quando la barra si sarà svuotata completamente. Per quanto semplice, il rovescio della medaglia sta che non esistono praticamente vere e proprie combo negli attacchi fisici in quanto, usando solamente un tasto, irrimediabilmente il titolo rischia di risultare praticamente monotono e ripetitivo sotto il profilo dell’azione. Fortunatamente sono presenti altre modalità di attacco: Rayne infatti può raccogliere armi da fuoco e sprigionare tutta la sua potenza devastante (da notare come le armi siano fedeli e credibili all’epoca storica in quanto gran parte di queste fanno parte dell’arsenale tedesco ai tempi della seconda guerra mondiale). Le armi si suddividono in armi leggere, armi pesanti e armi speciali. In realtà, in termini di gameplay, non esiste una vera e propria differenza tra le varie armi (a parte la potenza di fuoco o i tempi di ricarica ovviamente) e praticamente tenderemo a non preoccuparci mai di quale arma abbiamo in quel momento dato che, in molti frangenti, i ritmi di gioco saranno molto elevati e la nostra concentrazione sarà rivolta ad altro. In maniera simile a Tomb Raider, Rayne mirerà automaticamente ai nemici più vicini e noi non dovremo fare altro che premere il grilletto fornendo così un approccio molto arcade e, così come per il combattimento fisico, immediato.

Un terzo modo per recare danno ai nemici è succhiare il loro sangue, azione che ovviamente ci permetterà anche di recuperare le energie nel caso finissimo in difficoltà.
Da segnalare anche la presenza nel gameplay di un rampino che, in una maniera simile a come fa Scorpion di Mortal Kombat, dovrebbe servire ad “afferrare” e portare i nostri nemici al nostro cospetto ma sinceramente, a parte nelle prime fasi, non ne abbiamo mai avvertito il bisogno e risulta di fatto una feature del tutto superflua. Meno superflua è invece la visualizzazione stile “bullet-time” (indubbiamente in questo gioco c’è anche molto di Max Payne, uscito in quel periodo) in cui il tempo di gioco viene rallentato permettendoci di attaccare in tutta tranquillità. La cosa che mi ha lasciato perplesso sta che, a differenza che in Max Payne e altri titoli, in BloodRayne non esiste un uso limitato della visualizzazione rallentata e possiamo usarla quando vogliamo. Senz’altro siamo liberi di non usarla per rendere l’avventura più ardua ma sinceramente avremmo preferito che questa funzione venisse limitata a monte in modo da farne un uso più parsimonioso e intelligente.
Rayne inoltre dispone di una ulteriore visualizzazione simile a quando indossiamo un visore termico in quanto potremo vedere i nemici attraverso i muri e vedere il loro stato di salute (verde se sani e rosso se in stato di morte). Questa modalità inoltre ci aiuta a comprendere la strada da seguire in quanto indica, attraverso un alone di luce, la meta da raggiungere.

Come accennato prima, i ritmi di giochi tendono ad essere decisamente elevati: in BloodRayne l’azione e la violenza nuda e cruda la fanno da padrona con teste che vengono mozzate, arti volanti e sangue a fiumi. Il tutto senza troppe pause in quanto i nostri nemici saranno quasi sempre numerosi e di vario tipo (per esempio ci sono i soldati in uniforme che sono gli unici capaci di bloccare i nostri attacchi costringendoci così o a usare le armi o a prenderli alle spalle). Dimenticatevi perciò enigmi o momenti di riflessione in quanto al massimo l’unica cosa a cui dovrete pensare sarà sulla strada da seguire: il gioco infatti per certi versi non risulta neanche eccessivamente lineare dato che gli ambienti tendono a svilupparsi non solo orizzontalmente ma anche verticalmente (non dimenticate che Rayne dispone di un discreto salto e perciò è in grado di raggiungere determinate altezze). In più Rayne sarà costretta ad abbattere muri in rovina o porte bloccate per poter proseguire costringendo il giocatore ad aguzzare l’occhio per cercare una via percorribile.

Complessivamente insomma, il gameplay è senza troppe pretese e non rappresenta niente di rivoluzionario deludendo chi invece predilige personalità: se dobbiamo insomma dire quale sia l’elemento distintivo di BloodRayne non ci sentiamo di dire il gameplay.
E qual’è la risposta quindi? Senza dubbio il character design: non solo Rayne (che dispone di un gran bel carisma) ma anche i comprimari sono abbastanza curati da rendere la vicenda molto interessante e da seguire fino alla fine. Anche il design degli ambienti, per quanto non faccia gridare al miracolo, è singolare ed è interessante vedere architettura tedesca mista con ambientazioni più oscure e sinistre.

Ciò che desta perplessità nel gioco, oltre al rischio ripetitività del gameplay, è il terribile sbalzo di difficoltà che esso presenta in quanto è capace di presentarci situazioni eccessivamente facili con altre dove invece dovremo patire e sudare 7 camice prima di uscirne fuori vivi rendendo di fatto il gioco un survival action: per molti tratti (soprattutto nelle fasi finali) dovremo stare veramente attenti a come gestiamo le armi e cercare di mantenere un livello di energia elevato per non rischiare di ritrovarci in battaglie contro boss che potrebbero risultare ingiocabili e insormontabili. Infatti il gioco salva tutti i nostri progressi e non avremo possibilità di selezionare i vari checkpoint costringendoci a ricominciare tutto il capitolo da capo (il gioco ha in totale 3 capitoli e quindi rigiocare un capitolo significa rigiocare un terzo del gioco). Per quanto il gameplay si presenti alla mano e immediato insomma BloodRayne per terminarlo richiede un certo impegno anche a difficoltà normale rischiando di passare pomeriggi di imprecazioni a causa di situazioni a limite del frustrante. La longevità non è il massimo della vità in quanto basteranno circa 6 ore (escludendo ovviamente il minutaggio per i numerosi Game Over che potreste trovare) per completare la campagna e sinceramente l’assenza di extra, di una sorta di modalità online o altro può creare più di un muso lungo.

 

Commenti finali
BloodRayne è un gioco divertente e spettacolare ma non rappresenta la punta di diamante del suo genere di appartenenza e non è adatto per chi cerca qualcosa di singolare e innovativo. La prosperosa protagonista e la trama sono un ottimo motivo per giocarlo ma la crescente difficoltà e il sistema di salvataggio un po’ troppo rigido può rischiare di mandare in frustrazione chi invece vuole qualcosa di più abbordabile e “tranquillo”. Considerando il seguito che ancora ha dopo tutto questi anni,  è andata fin troppo di lusso a questo gioco e il successo non è proporzionato all’offerta effettiva visto che la storia videoludica ha visto titoli migliori di questo passare praticamente inosservati.

+ Protagonista
+ Trama
+ Gameplay immediato…

–  …ma di fatto ripetitivo
– Corto e senza extra
– Potrebbe frustrare i meno pazienti
– Il sistema di salvataggio si poteva migliorare