Siamo abituati e assuefatti dall’egemonia della superpotenza americana e, tolto l’11 Settembre, ci viene davvero difficile anche solo immaginare il suolo statunitense come scenario di un conflitto. Kaos Studios e l’ormai defunta THQ ci hanno provato con Homefront il quale presenta un futuro in cui gli Stati Uniti nel 2025 vengono occupati dalla Grande Repubblica di Corea (Nord e Sud unite) sotto il dominio di Kim Jong-un (esatto: proprio lui, lo stesso che realmente aveva minacciato gli Stati Uniti lo scorso anno). La storia è opera di John Milius, co-sceneggiatore di Apocalypse Now.

Purtroppo la parte più interessante di Homefront finisce proprio qui: la curiosità di poter giocare a un gioco dove gli americani costituiscono una Resistenza armata rappresenta l’unico motivo valido di un gioco che per il resto risulta un grande peccato. Il classico sparatutto piatto, noioso, senza mordente e che non lascia il segno in alcun modo. Un grande peccato perchè le basi costituite da Milius potevano elevare questo gioco: la crudezza della guerra, la follia dei superstiti, il senso di epicità e il patriottismo. Tutti elementi che nel gioco vengono accennati ma mai esaltati più di tanto. Non aiuta neanche il comparto tecnico: anche prima del 2011 (anno di uscita del gioco) c’erano già giochi tecnicamente migliori di Homefront.

Commenti finali
Bruttarelli questi coreani formato videoludico. Uno sparatutto, l’ennesimo della generazione, che non lascia il segno e che va giocato solo per il gusto di vedere una America alternativa e che non siamo decisamente abituati a immaginare.