Ho avuto l’idea di uno speciale dopo che ho terminato A Wolf in Autumn, l’ultimo di una serie di “cortometraggi” videoludici sviluppati dal developer indie David Szymanski. Data la natura molto breve di questi titoli, ho ritenuto più idoneo fare un unico speciale per tutti i 4 giochi (ne ha sviluppati altri ma mi limiterò solo ai più celebri e a quelli attualmente disponibili su Steam) che ricordo essere in ordine cronologico:

  • Fingerbones (disponibile gratuitamente)
  • The Moon Sliver
  • The Music Machine
  • A Wolf in Autumn

Fare un unico speciale è stata l’unica scelta sensata non solo per convenienza di spazio ma anche perchè, dopo aver giocato a tutti i titoli, ci si rende conto del panorama complessivo del percorso intrapreso da Szymanski: i primi due titoli, Fingerbones e The Moon Sliver, hanno una natura decisamente sperimentale con la tematica dell’isolamento e della fuga dalle emozioni come temi predominanti (nel secondo ci sono anche riferimenti alla fede). E’ curiosa la cosa come, a livello videoludico, questi due giochi siano comunque agli antipodi: Fingerbones è chiuso, ristretto e più vicino all’adventure classico con esplorazione e risoluzione di puzzle al centro del gameplay; The Moon Sliver al contrario ci porta su uno spazio più ampio, un’isola in cui noi siamo apparentemente gli unici sopravvissuti e quindi con una impronta videoludica molto più “libera” (ma comunque con qualche puzzle da risolvere). Parliamo comunque di un gioco breve, dai temi più oscuri, enigmatici e ermetici e con caratteristiche che, praticamente, stabiliscono le basi per il gioco probabilmente più “grande” e celebre di Szymanski: The Music Machine.

Con The Music Machine, Szymanski fa il salto vero e proprio: rispetto ai precedenti, questo è decisamente un gioco dalle stretture più definite e con l’autore che aveva le idee perfettamente chiare su cosa sviluppare senza andare a esplorare lidi videoludici particolarmente estremi. L’impronta di base è quella di The Moon Sliver (gli ambienti ampi su tutti) ma senza veri e propri enigmi nè un fattore esplorativo esagerato. The Music Machine si allinea piuttosto alla filiera dei walking simulator in cui non abbiamo una sfida vera e propria da affrontare ma solo lo scopo di assistere e osservare ciò che ci circonda; il tutto con questa particolarità cromatica della grafica davvero unica e spettacolare con questo cell-shading in cui i colori rossi, gialli e arancioni la fanno da padrona. In The Music Machine è molto bello assistere anche al rapporto tra i due protagonisti (in realtà è una sola, una ragazzina di 13 anni di nome Haley posseduta da un fantasma di nome Quintin), rapporto che irrimediabilmente andrà a parare alla classica sindrome di Stoccolma denotando, seppur con “banali” righe di testo e senza doppiaggio, una complessità di caratterizzazione veramente notevole. Tutta una serie di elementi che contribuiscono a creare una atmosfera sinistra e altamente surreale.

Con A Wolf in Autumn si denota invece la volontà da parte del developer di non fossilizzarsi sul modello precedente (il senso di libertà esplorativa di The Moon Sliver e The Music Machine) ma rappresenta piuttosto un ritorno alle origini con ambienti più chiusi e claustrofobici ma mantenendo la lodata surrealità e misticità dei titoli precedenti. Con A Wolf in Autumn c’è un balzo in avanti notevole sulla qualità grafica diventando di gran lunga il gioco più bello graficamente parlando: colori caldi, vibranti e brillanti difficili da credere per un gioco sviluppato interamente da un singolo individui. Siamo anche più vicini a atmosfere horror a noi tanto care con alcuni momenti che ci terranno sulle spine e in guardia fino all’ultimo. Un connubio (horror e colori vivaci) davvero singolare ma che sorprendentemente funziona davvero.

Commenti finali
Parliamo di giochi davvero molto brevi ma di grande impatto emotivo. Quelli che considerato personalmente imprescindibili sono The Music Machine e A Wolf in Autumn per la surrealità e la bellezza grafica ma anche Fingerbones (che è gratis in fondo) e The Moon Sliver rappresentano degli step importanti per comprendere l’idea di sviluppo intrapresa di colui che ritengo un developer di grande talento sia a livello artistico che a livello tecnico di David Szymanski.