In questa generazione il prefisso “Dead” sembra andare molto di moda: da Dead Space a Dead Nation fino al non ancora arrivato Dead Island. Tra questi nomi noti è presente anche Dead Block sviluppato da Candygum Games e distribuito da Digital Reality per PSN e XBLA.

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Dead Block è un videogames survival horror (più survival e meno horror direi) impostato sul modello di un serial tv: è suddiviso in livelli e ogni livello è rappresenta un episodio che vede protagonisti uno o più personaggi. L’ambientazione è tipica degli anni 50 e i nostri alter ego saranno 3 bizzarri individui: Jack Foster (grande e grosso manovale),  Mike Bacon (un tarchiato e goloso boy scout) e Foxy Jones (una agente di polizia di colore). Specifichiamo subito che, nonostante la suddivisione dei livelli in stile serie tv, Dead Block non ha una trama e si limita solo a raggiungere la sopravvivenza dei nostri personaggi dalle orde di zombie affamate.

La struttura di gioco rimanda ai videogames di tipo tower defense in quanto saremo all’interno di un luogo circoscritto fatto di stanze e, nei livelli più avanzati, piani. Dall’esterno dell’isolato arriveranno zombie su zombie e una delle prime azioni che impareremo a eseguire sarà barricare le finestre tramite pale di legno che si possono ottenere distruggendo mobili quali divani, armadi, sedie, tavoli e molto altro. Tenere a bada i zombie sarà fondamentale in quanto avremo bisogno di tempo per esplorare l’ambiente e trovare tuttociò che ci serve per superare il livello. Cosa serve esattamente? Strumentistica musicale. 3 parti di strumentistica (tra cui una chitarra elettrica) saranno necessari in quanto (in maniera simile ai marziani di Mars Attack) gli zombie diventano totalmente inoffensivi e si autosplodono nel momento in cui si suona del buon e sano rock ‘n roll. Zombie e rock ‘n roll, questa sembra la miscela che i Candygum Games hanno optato nel tentativo di creare uno zombie game diverso dall’ordinario.

L’azione di gioco non si presenta come nei moderni sparatutto action in quanto non ci dobbiamo concentrare a uccidere gli zombie: oltre che travi di legno, sulle finestre potremo installare trappole aggiuntive (alcune veramente molto bizzarre e ai limiti dell’assurdo). Per raccogliere le trappole dovremo esplorare l’ambiente alla ricerca di “bulloni” che, una volta trovati, arricchiranno il nostro inventario difensivo.

Una cosa che subito si può avvertire fin dalla prima missione è la fondamenale ripetitività dell’azione: il gioco si riduce il tutto nel distruggere l’ambiente circostante per cercare trappole da installare in porte e finestre. I più esigenti rischierebbero di trovare questo gioco monotono e noioso quasi nell’immediato ma, se si è disposti ad approfondire il gameplay, così non è: i personaggi possono tutti e 3 distruggere mobili e installare trappole ma dobbiamo considerare che ogni personaggio ha diverse caratteristiche (Jack per esempio è il più forte a distruggere l’ambiente, Mike è il più veloce nella ricerca dei bulloni e altri oggetti che vedremo più avanti e Foxy è la più capace nei combattimenti corpo a corpo contro i nemici).

Ogni personaggio inoltre ha i propri tipi di trappola (fino a 3 trappole diverse per ognuno) e ogni personaggio ha una sua “arma secondaria”: Jack può usare una pistola sparachiodi per danneggiare gli zombie visibili, Mike può lanciare un hamburger per attirare orde di zombie in un angolo e Foxy può usare un arma da fuoco per uccidere all’instante gli zombie vicini. Tutte e 3 le armi, una volta utilizzate, necessitano di essere ricaricate e non si potranno riutilizzare per un determinato tempo.

Una cosa che può dare fastidio e l’eccessivo utilizzo dei quick-time event per le fasi esplorative: installare le pale di legno per esempio richiede la pressione di un tasto al momento giusto oppure la ricerca dei bulletti richiede la pressione veloce e frenetica dei tasti dorsali. Tutte operazioni che saremo costretti a effettuare una volta ogni 2 secondi e la cosa potrebbe rischiare di stancare al più presto se non ci si sente coinvolti nell’azione. Tralaltro anche alla fine dello stage, quando sono stati trovati tutti i 3 gli elementi musicali, è presente un piccolo mini-gioco in stile Guitar Hero in cui partirà una canzone e dovremo premere i tasti a ritmo di musica. Superando il mini gioco significherà superare il livello.

In diversi livelli entrerà in ballo anche l’aspetto cooperativo: se saremo da soli avremo modo di comandare un personaggio mentre gli altri saranno guidati dalla IA. Qui ci sarebbe piaciuto avere molti più comandi in quanto, a parte la possibilità di switchare tra un personaggio e l’altro e chiamarli per fare in modo che restino nella stanza dove ci troviamo, non esiste una componente strategica ben sviluppata nel gioco. L’IA stessa alcune volte è pessima in quanto i personaggi tenderanno a fare i kamikaze andando all’assalto dei zombie anzichè indietreggiare o fuggire via (va aggiunto che i personaggi possono essere resuscitati tenendo premuto il tasto nel punto in cui erano uccisi…. una cosa non piacevolissima se quella zona è piena zeppa di non morti). Anche questa feature, se non appresa nell’immediato, potrebbe mandare in frustrazione i giocatori in quanto i nostri compagni virtuali potrebbero rischiare di essere un peso anzichè un aiuto. Soltanto switchando i personaggi quando è opportuno e soltanto richiamarli continuamente per fare in modo che restino vicini a noi ci aiuteranno a rendere l’esperienza accettabile e nulla di più.

L’aspetto peggiore di Dead Block probabilmente sta proprio negli obiettivi da conseguire: trovare i componenti musicali equivale a trovare un ago in un pagliaio in quanto potrebbero trovarsi ovunque e dovunque. Andare a distruggere mobili su mobili per decine di minuti potrebbe stancare ben presto. Solo in un paio di stage (in totale 10) ci verrà richiesto di fare qualcosa di diverso ma la sostanza decisamente non cambia e Candygum Games avrebbe dovuto studiare meglio nel trovare sfide diverse di stage in stage in quanto avrebbe permesso un approccio di gioco sempre più diverso. Nonostante la buona bontà delle trappole e delle azioni che si possono fare infatti, in Dead Block una volta appresa qual’è la strategia giusta basta applicarla per tutti i livelli e si riesce a portarli a termine senza troppo appagamento. E c’è da dire che tutto sommato le idee non sono mancate: oltre alle trappole e alle armi secondarie abbiamo modo persino di far suonare un Jukebox (al costo di una moneta) per uccidere in un sol colpo tutti gli zombie nelle vicinanze oppure accendere una tv per distrarre letteralmente i non morti.

Abbastanza buono lo stile generale invece: il design fumettoso è simpatico e anche le introduzioni ai vari livelli (che rimandano quasi agli horror b-movie degli anni 70) possono strappare qualche sorriso. Sulla stessa linea la colonna sonora, ovviamente basata opportunamente sul rock ‘n roll.

A penalizzare ulteriormente il titolo è la longevità: sia che si giochi online sia offline non ci metterete molto a terminare i livelli. Imperdonabile l’assenza di extra (vitali in queste produzioni al fine di aumentare la rigiocabilità).

Commenti finali
Dead Block è uno di quei titoli della serie “poteva essere ma non è così”. A fronte di un’ottima diversificazione dei personaggi e di un cospicuo numero di letali trappole, Candygum Games avrebbe dovuto lavorare di più nel fornire obiettivi e traguardi più vari anzichè costringere il giocatore a cercare aghi in un pagliaio. La distruzione continua di elementi su schermo praticamente stanca subito e la scarsa possibilità di impartire comandi ai nostri compagni contribuisce ulteriormente a rendere il titolo poco appetibile. La non immediatezza e il senso di “impaccio” che il gameplay offre inoltre rappresentano un’altra lacuna non indifferente e che soltanto i più pazienti possono ignorare. Nemmeno la cooperativa online aiuta in quanto esistono altri titoli in grado di fornire una esperienza cooperativa decisamente più emozionante.

+ Il contesto e lo stile sono simpatici e ben fatti (personaggi, zombie, ambienti);
+ Buona colonna sonora;
+ Gameplay potenzialmente vario grazie alle molte trappole a disposizione….

– …ma ripetitivo nella base;
– Obiettivi di gioco statici;
– IA a volte infame;
– Dura poco e non ha extra;
– Non immediato e stancante se non si sopportano i QTE.