Apro questo primo (e spero non ultimo) speciale di Land of Rust dedicato a Silent Hill per un motivo ben preciso che in realtà mi porto dietro da parecchio tempo ma che solo oggi ho nutrito particolarmente e preso a cuore.
Partiamo dal principio: Hell Descent ha pubblicato da pochi minuti la recensione del secondo numero di Past Life.
Giudizio eccellente ovviamente: 5/5. Fantastico, eccellente.
Stessa cosa era successa nella precedente recensione del primo numero.
In particolare proprio su questa recensione ho nutrito particolari dubbi dato che io il primo numero di Past Life l’ho letto assieme a Walter Sullivan e ERIK (due utenti del forum di Silent Hill Chronicles). Cosa stranissima è che tutti e 3 non abbiamo nutrito per nulla tutto questo “entusiasmo” trovando il primo numero di Past Life ben confezionato ma vuoto, corto e, soprattutto, poco giudicabile.
Passiamo poi al film: questo ha riservato molti dubbi e punti interrogativi ma anche qui, i nostri colleghi di oltreoceano, hanno in ogni caso accolto con molto più entusiasmo e eccitazione questo annuncio.
Ora questo non deve essere un attacco a Hell Descent (sito che guardo sempre e che ammiro per la puntualità delle news: non nascondo nemmeno che è una delle fonti di informazioni più redditizie per Land of Rust) ma deve essere l’incipit per una riflessione più ampia e profonda.
La domanda di fondo è questa: noi fans di SH tendiamo ad essere dei creduloni? Persone appassionate che si sono lasciate alle spalle il lontano ricordo di quel glorioso team silent e che sono costrette, per amore “forzato”, a seguire questa serie in tutte le sue forme?
Pensateci bene: da Silent Hill Homecoming in poi sono uscite fuori decine e decine di interviste dove viene esplicitata lo stesso medesimo concetto:
– “collaboriamo con i passati componenti del team”
– “ci ispiriamo a SH2”
– “siamo tutti fan della serie”
Da 5 anni sentiamo questa storia e ogni volta si finisce per crederci e illudersi. Sono le frasi che io definisco “parole magiche degli sviluppatori” perchè, soprattutto nel corso degli anni, se assaggiate si prova quello strano retrogusto di “ruffianaggine”. Un po’ come quando si mettono conservanti o i dolcificanti per rendere un cibo più buono di quello che è: alla fine, se si ha gusto (e soprattutto se si ha avuto possibilità di assaggiare e ingoiare più volte), non si può non sentirlo.
Ma sognare non è proibito e tutto è concesso: mi ricordo come io, Henry e altri eravamo tutti in ansia per l’uscita di Homecoming, il primo Silent Hill in HD e il primo Silent Hill casalingo sviluppato da non giapponesi. Già allora eravamo stato riempiti di promesse non mantenute (es.: possibilità di fare avanti e indietro nelle ambientazioni per ottenere quest e modalità extra oppure possibilità di amarci di armi sul posto) e abbiamo finito per ingerire amaro accentando l’idea che si è trattato solamente di “buon gioco nonostante il team si sia dimostrato del tutto incompetente e impreparato” scaricando tutte le colpe a Konami (azienda dai mille misteri per il suo modo di fare marketing del tutto alla rinfusa).
Non è un attacco ai Double Helix (perchè sono il primo ad averli difesi quando ci sono state critiche eccessive su quello che al momento rimane il loro miglior gioco in carriera) ma una modo di analizzare quello che è il nostro modo di attendere un videogioco a cui teniamo solo per il nome che porta.
Anche perchè il discorso non è diverso nemmeno per Silent Hill: Shattered Memories, ottimo gioco ma ampiamente “sposorizzato” dalla produzione come un “reboot”, un nuovo inizio nonchè una “rivoluzione” non solo per la serie ma per tutto il genere horror. Non è successo niente di tuttociò e, per quanto si possano avere giudizi lodevoli sul gioco, bisogna ammettere come Tomm Hulett abbia parlato più di quanto abbia eseguito.

Di chi è la colpa quindi? Nostra che ci facciamo illudere o di quella serpe tentatrice di Konami? Probabilmente di tutti: più passano gli anni e più ho notato di come la passione stia andando ben oltre il concetto stesso di videogioco. Siamo nell’era dei Social Network dove basta collegarsi a un portale per avere possibilità, in pochi click, di poter mandare un messaggio anche alle persone più potenti del pianeta. Strumenti dove si nutrono e coltivano affari nascosti atti solo per fini di compiacimento.

Ritorniamo a Hell Descent e Past Life: il sito ha avuto modo di recensire i 2 comics in un tempo ben in anticipo rispetto alla reale data di uscita (il secondo numero di Past Life uscirà solo il prossimo mese); nel forum è presente un ampia “sponsorizzazione” all’acquisizione del fumetto dopo che Tom Waltz (l’autore) ha lanciato personalmente l’appello di acquisto in quanto “più se ne vendono e più se ne fanno”. Nello stesso forum, la redattrice Whitney (che ha scritto le 2 recensioni uscite finora) ha detto chiaramente di aver ricevuto in formato digitale le copie del fumetto in modo tale da poterle recensire anticipatamente.

Non notate qualcosa di strano? Lo stesso sito ha inoltre raccolto una intervista con Devin Shatsky, il producer del nuovo capitolo della saga. E’ curioso come gli addetti ai lavori preferiscano avere maggiore spazio nei siti di appassionati piuttosto che in siti specializzati: è un modo per sentirsi più “vicini” con chi lavora nonchè un modo per chiedere fiducia. Ci sentiamo tutti “uniti” e di conseguenza ci sentiamo tutti più fiduciosi. Mettiamo pure il fatto che la saga è diventata molto “di nicchia” e queste stesse persone, nei normali siti di informazione videoludica, non avrebbero adeguato spazio nè grande considerazione dal pubblico.

Sempre fermo restando che questo non deve essere interpretato come un attacco a Hell Descent (è solo un caso che io l’abbia preso come esempio),  io negli anni ho avuto modo di ampliare i miei orizzonti nel mondo dei videogames e fidatevi: in tutto il resto delle community non c’è nulla di simile che invece è presente nelle varie community dedicate a Silent Hill. Questo perchè Silent Hill ha ormai un suo target “mirato” e Konami lo ha capito molto bene giocando bene le sue carte e “dare il biscottino” agli ammiratori.

Sono quasi giunto al termine dell’articolo e scommetto che alcuni di voi mi staranno chiedendo “ma allora cosa dovremmo fare tutti? Dovremmo rifiutarci?” no, questo è sbagliato. Non dobbiamo negare le nostre passioni solamente perchè c’è qualcuno lassù che vuole fornirci delle speranze che non sempre si rivelino esatte col tempo. Come ho scritto prima, non abbiamo il divieto di nutrire speranze nè un atteggiamento di rifiuto a prescindere (come molti fan “estremisti”) ma dobbiamo avere la consapevolezza concreta che tuttociò che ci viene detto fa tutto parte di una macchina ben precisa, una macchina chiamata “marketing” a cui noi non dobbiamo cadere nella trappola.

Per capire questo basta ritornare alle “parole magiche” che danno il titolo allo speciale:
– “collaboriamo con i passati componenti del team”
Ma perchè, a parte Akira Yamaoka, non viene MAI detto un nome o un cognome di coloro che starebbero collaborando? Il Team Silent è disciolto e molti o sono stati integrati in altri team (come quello di Kojima o in altri progetti minori) o sono proprio usciti da Konami (come Yamaoka stesso o persone che hanno raggiunto Toyama in Sony o Sato Takayoshi che si è dato agli Indie Games). E questo, ricordiamolo, viene ribadito da Silent Hill Homecoming e viene ribadito anche per il prossimo Silent Hill 8 (w.t.) come una forma di assicurazione ma senza alcuna copertura.
Senza contare che fare questa affermazione è un grave segno di debolezza in quanto il team si sentirebbe inetto e inadeguato.

– “ci ispiriamo a SH2”
Altro modo di trasmettere sicurezza ai fans: SH2 è indubbiamente il titolo più amato per svariati motivi. Peccato solamente che, oltre ad essere un modo per farsi compiacere, sia anche un’arma a doppio (se non a triplo) taglio: Silent Hill 2 è un nome semplicemente troppo pesante e i signori dovrebbero smettere di tenere vivo il ricordo di un gioco uscito ormai 10 anni fa? Perchè questi signori non capiscono che dovrebbero andare alla ricerca di nuove strade e nuove fonti di ispirazione? Silent Hill: Shattered Memories ci aveva già provato effettivamente stravolgendo molti aspetti canonici della saga ma, chissà per quale motivo, anche in questo gioco era calata l’ombra di SH2 (nonostante poi il gioco fosse un reimagining di SH1).
Signori arriviamoci da soli: Silent Hill (così come anche il 2) è nato dal nulla se non da varie fonti di ispirazione ma si è plasmato da solo. Perchè gli sviluppatori non capiscono che devono plasmare senza alcuna influenza? Perchè si devono preoccupare a mantenere vivo l’interesse verso le community?

–  “siamo tutti fan della serie”
Ci risiamo di nuovo: questo concetto tralaltro è stato ultimamente abusato anche in occasione del film. Sembra quasi che la produzione sia completamente incapace nel fornire aspetti e fattori che non siano di carattere “affettivo”. “Io sono come te. Quindi ti devi fidare di me”, questo il senso di queste “parole magiche”.
Peccato che la realtà non è mai corrisposta: il signor Tom Waltz (conclamato writer di Silent Hill Past Life nonchè sceneggiatore del successivo Silent Hill su console) aveva scritto un precedentemente fumetto su Silent Hill chiamato Sinner’s Reward. Ebbene: Waltz recentemente si è definito grande appassionato della serie (tanto da ripetere le parole “fan” e “fans” in un numero spropositato di volte: come se usare le parole fan servano a sentirsi “parte della famiglia”)…… un così grande fan che ha inserito gratuitamente Pyramid Head nel suo precedente fumetto. Credo esista una grande differenza tra l’essere fan e l’essere “devoti”.
In conclusione, è un enorme sbaglio continuare con questa storia e non solo: il Team Silent è composto da persone molto acculturate artisticamente parlando (e non si erano acculturate appositamente per il gioco ma si sono limitati a condividere le loro passioni che andavano dal cinema alla letteratura fino all’arte partorendo una delle più grandi creazioni digitali mai viste) a differenza dei team successori che non erano acculturati (o lo hanno fatto in un secondo momento) che erano solo “programmatori” intenti a correre nell’inutile corsa al tecnicismo estremo.
Che poi essere fans non significa avere una stessa linea di pensiero: ognuno di noi ha una visione ben precisa di cosa può essere un Silent Hill e tale visione non può sposarsi universalmente con tutto il resto della comunità. Ecco perchè invece gli sviluppatori dovrebbero pensare a procreare una visione che nessuno ha mai potuto immaginare. Qualcosa che, a conti fatti, ricorda la nascita di Silent Hill stesso, quando nessuno insomma nel 1999 poteva immaginare un gioco di quel tipo.

Paradossalmente, in tutto questo c’è forse stata una sola e vera persona che ha detto la verità ed è il produttore cinematografico Don Carmody che, per quanto terrorizzanti, ha ammesso chiaramente che vuole rendere la saga un mainstream di alto livello portandolo ad un livello di “accessibilità” il più elevato possibile. Brutte parole ovviamente…. ma chi ci ha riempito di false speranze è veramente migliore di lui?

Perciò cari signori: ascoltate le uniche paroli magiche realmente valide ossia quelle del vostro intelletto e della vostra capacità di giudizio.

Se nutrite il desiderio di supportare la saga che amate fatelo per passione e non perchè c’è qualcuno che ve lo chiede offrendovi qualcosa in cambio come un fumetto in anteprima o una intervista da 4 spiccioli.