Limbo l’anno scorso ci ha dato l’esempio perfetto di come piccole produzioni possano essere capaci di regalare esperienze di grande spessore e, in certi casi, fornendo una qualità superiore persino a progetti ad alto budget e finanziati dai grandi publisher. Se tuttavia Limbo ha visto godere di un successo clamoroso sotto tutti i punti di vista (sia pubblico che critica), ce ne sono altri che rimangono rintanati nel sempre più ampio e sconosciuto mondo degli sviluppatori indipendenti e che non riescono a godere della visibilità che meritano. Stiamo parlando in questo caso di Decay, una avventura horror del mai dimenticato genere punta e clicca.

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Sviluppato dalla svedese Shining Gate Software, Decay ci vede impersonare un misterioso protagonista che si risveglia all’interno di un bagno con un cappio al collo. Sembra che il nostro alter ego abbia tentato di suicidarsi ma la cosa strana è che non ricorda assolutamente niente su chi sia nè per quale motivo si trovasse in quel bagno. E’ da qui perciò che comincia la nostra avventura per conoscere la verità, un percorso tuttavia disseminato di ostacoli, pieno di mistero e di paure che renderanno il proseguo del nostro percorso decisamente inquietante e malsano.

Decay è in realtà una sorta di mini serie divisa in episodi (in totale 4) acquistabili separatamente in esclusiva nel market di XBox Live Arcade dedicato alle produzioni indipendenti. Questa è un buon sistema se vogliamo gustarci il gioco dose per dose : il primo episodio è acquistabile per appena 80 MP mentre i 2 successivi a 240 MP l’uno e l’ultimo a 400 MP per un totale quindi di quasi 1000 MP in totale. Avremmo tuttavia preferito anche la vendita, come di solito avviene in produzioni di questo tipo, di un pacchetto unico che comprendesse tutti e 4 i titoli pagandoli così a un prezzo inferiore. Cambia poco però fondamentalmente in quanto ogni singolo episodio si fa ripagare ampiamente fino all’ultimo MP e andiamo a vedere perchè.

Tutti e 4 i titoli sono, come accennato in precedenza, strutturati come adventure punta e clicca con la visuale in prima persona. Se avrete giocato a grandi classici come Myst avrete fin da subito chiaro il sistema: con la leva analogica avremo modo di spostare un puntatore, stile freccia del mouse, utile per analizzare l’ambiente visualizzabile in quel momento mentre con la croce direzionale potremo navigare tra i vari ambienti circostanti (piccona nota: questo sistema cambia radicalmente nella Part IV in quanto lì potremo ruotare a 360° tutto l’ambiente che ci circonda). L’analisi dell’ambiente comporta la raccolta di oggetti o indizi utili per la risoluzione di puzzle ed enigmi vari. Tutti gli oggetti verranno raccolti in un inventario da dove potremo non solo utilizzare gli oggetti ma anche analizzarli nel dettaglio al fine di trovare ulteriori indizi nascosti e fondamentali per superare gli ostacoli. I più navigati e appassionati del genere punta e clicca probabilmente potrebbero protestare in quanto risulta nel complesso abbastanza abbordabile ma la giocabilità non è neanche così scontata: capiterà molto spesso che, una volta raccolto un frammento fondamentale, bisognerà fare avanti e indietro tra le varie stanze (saremo infatti in un ambiente relativamente chiuso con all’interno puzzle che si susseguono uno dietro l’altro e che la risoluzione di uno porta alla raccolta di oggetti utili alla risoluzione dei successivi). Alcuni enigmi inoltre richiedono molta arguzia e capiterà spesso che sarà necessario guardare l’inventario per leggere note e documenti che ci aiuteranno nella risoluzione. Gli enigmi in ogni caso rappresentano il punto forte della produzione in quanto sono ben congegnati, si abbinano bene con l’atmosfera generale e, una volta risolti, vi daranno grande soddisfazione. I nostalgici in più troveranno gradevole il fatto che, come si faceva un tempo, a volte sarà necessario appuntarsi letteralmente gli indizi su un foglio di carta per focalizzare la soluzione.

Essendo una avventura punta e clicca, nel gioco non ci sono mostri ma questo non vuol dire che il gioco non vi spaventerà: in tutte e 4 gli episodi di Decay si respira una atmosfera veramente horror con la presenza di “scary moments” che faranno sussultare i più deboli di cuore. La struttura delle ambientazioni poi, anguste e oscure, contribuiscono a trasmettere un senso di disagio e momenti in cui faticherete a procedere per la paura. Da menzionare il crescendo del senso di coinvolgimento una volta che si passa da un episodio all’altro: un inizio lento e incerto per arrivare così ad un finale chiaro e decisamente emozionante. Decay infatti, aldilà delle apparenze, ha anche una trama di spessore (seppur ispirata per certi versi a un certo episodio di Silent Hill che non menziono per non spoilerare) e, comunque pochi, personaggi profondi. Ottimo anche il comparto audio che, seppur limitato essendo una produzione indie, è all’altezza e contribuisce ulteriormente all’atmosfera. Anche la durata (consideriamo 30 minuti per ogni episodio anche se l’ultimo vi potrebbe veramente impegnare molto) è ottima e adeguata considerando poi che nella parte IV ci sono anche degli oggetti collezionabili (come monete e manette) e degli obiettivi da raggiungere che vi permetteranno di sbloccare materiale da consultare nel menu “Extras”. A parte forse la pignoleria gli appassionati potrebbero avere e una trama forse un po’ “banalotta” (ma comunque di alto livello), sinceramente non riesco a trovare difetti reali in questo gioco a parte 2: l’essere disponibile solo su piattaforma XBox 360 e il fatto che finisca. C’è da dire forse che l’episodio 3 in gran parte “ricicla” gli ambienti dell’episodio 1 ma resta comunque un neo che non incide. Un gioco assolutamente da comprare, scaricare e vivere tutto di un fiato.

Commenti finali
Decay è un piccolo grande gioiello dal profumo quasi “artigianale” proprio per la cura evidente che i ragazzi di Shining Gate hanno saputo dare. Una atmosfera mozzafiato, una trama coinvolgente e una giocabilità varia (grazie a enigmi e mini giochi fantasiosi) rendono Decay un titolo imperdibile per tutti gli amanti del genere.

+ Ritmo e interesse crescente episodio dopo episodio
+ Grande atmosfera
+ Trama buona
+ Enigmi e minigiochi divertenti e appaganti

– A qualcuno potrebbe infastidire qualche rimando a uno specifico episodio di Silent Hill
– L’episodio 3 ripropone in parte gli ambienti dell’episodio 1