Tristemente segnato dalle trasposizioni firmate Uwe Boll, il brand BloodRayne non ha goduto di grandissima popolarità: se da una parte le atmosfere oscure, lo stile gotico e il carisma della conturbante protagonista rappresentavano sicuramente un punto a favore, sull’aspetto prettamente più ludico la saga di Majesco (2 titoli PS2 all’attivo) non ha lasciato il segno presentandosi come un action in terza persona modesto e senza pretese. Con un certo Devil May Cry a spadroneggiare, neanche il fascino della vampira Rayne è bastato ad evitare il dimenticatoio.

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Dopo anni di assenza, Majesco ripesca il brand e decide che è il caso di rilanciarlo con una veste del tutto nuova abbandonando non solo le atmosfere ma anche le modalità di gioco presentate all’epoca dal team Terminal Reality (autori anche di Nocturne da cui gli stessi sviluppatori si sono ispirati per BloodRayne). Si passa perciò a uno stile più vivace, immediato e in modalità bidimensionale, taglio tipico del team californiano WayForward (autori del remake di A Boy and his Blob su Wii, dell’imminente Aliens: Infestations per DS e del discusso Silent Hill: Book of Memories per PS Vita). Nonostante tutto, il background in terimi di trama non si discosta molto dal passato: Rayne è una ragazza per metà umana e per metà vampira appartenente a una società impegnata a fermare la brama di potere della nemesi e padre di Rayne: Lord Kagan.

Come introdotto, il gioco segna l’approdo della serie nel genere hack ‘n slash con visuale 2D a scorrimento prendendo non poco spunto da titoli usciti anche due decenni fa (su tutti Castlevania sia per le ambientazioni sia per il genere trattato) e i nostalgici non potranno fare a meno di non notare questo particolare cercando così di analizzare il gioco secondo una prospettiva legata alle meccaniche di un genere che oggi è considerato antiquato o comunque non trend. Il lavoro di WayForward in termini di stile non si fa mancare niente: già dai trailer pubblicati nei mesi scorsi eravamo estremamente affascinati dai colori e dal taglio dei disegni ispirato ai comics americani e il risultato finale (che piaccia o no) è di pregevole fattura. Anche la più piccola delle animazioni riesce ad essere curata e accattivante e gli effetti grafici sono spettacolari: potremmo considerare il sangue una sorta di co-protagonista del gioco in quanto veramente non mancherà in nessuna occasione.

Anche il gameplay ricalca il passato con Rayne che può effettuare un tipo di attacco che, se combinato con un uso sapiente della leva analogica, le permette di eseguire una serie di combo. Rayne dispone anche di un attacco secondario: la sua pistola capace di colpire i nemici che si trovano sul suo raggio d’azione (i proiettili sono ovviamente contati e andranno usati con parsimonia). In terzo luogo, da vampira, Rayne può recuperare energie succhiando il sangue dei nemici ma può anche intossicarli permettendo così di renderli, attraverso la pressione di un tasto, delle autentiche bombe esplosive capaci di arrecare molti danni. Infine, Rayne è anche in grado di schivare gli attacchi nemici tramite la pressione di un tasto che permetterà appunto a Rayne di fare uno “scatto” e allontanarsi dal nemico senza pericolo.
Questo che abbiamo trattato era una panoramica della componente action del gioco che, a conti fatti, risulta estremamente divertente anche se, piccolo neo, gli sviluppatori forse potevano introdurre ai nemici delle capacità difensive più varie in modo tale da avere ogni volta un diverso approccio agli scontri. In poche parole, tutti i nemici di BloodRayne: Betrayal possono essere uccisi anche con il semplice attacco di Rayne senza avere modo di ragionare. Naturalmente le cose si complicano nel momento in cui su schermo apparirà un numero di nemici tale da rendere la situazione più estenuante e disperata.

Il secondo componente chiave, e probabilmente più discusso, di Betrayal è il platforming: così come in Castlevania, in BloodRayne: Betrayal saremo impegnati a superare ostacoli di carattere ambientale come fosse, pareti appuntite, altezze elevate o addirittura pareti di roccia distruttibili solamente portando il nemico da quelle parti e facendolo. Se nelle fasi iniziali le difficoltà sono pressocchè minime, lo stesso non si può dire per le fasi successive in cui il giocatore sarà messo veramente a dura prova. Questo è un elemento che senza alcun dubbio rende il gioco praticamente non adatto al grande pubblico abituato a titoli più accessibili. C’è da aggiungere, a difesa di WayForward, che nel corso dei capitoli sono comunque presenti dei checkpoint da cui Rayne ripartirà in caso di morte, checkpoint che ci permetteranno di provare quel punto tutte le volte che vogliamo senza l’incubo di un Game Over definitivo come avveniva anni fa. Se il giocatore risulterà preso dalle atmosfere e dalle meccaniche del gioco la difficoltà non rappresenterà assolutamente un problema ma al contrario sarà un stimolo.

Parlando di gameplay, le movenze di Rayne potrebbero non risultare perfette in quanto fin da subito si avrà la sensazione di comandare un personaggio “che scivola” risultando talmente agile che a volte potrebbe eseguire una azione non richiesta. Sarà necessario “farci un po’ la mano” per padroneggiare perfettamente la corpulenta vampira, padroneggiamento assolutamente fondamentale per superare le già citate difficoltà che vi aspettano.

Senza sprecare ulteriori parole sul già lodato comparto grafico, parliamo di quello sonoro il quale risulta anche questo altrettanto curato con la colonna sonora che rispecchia perfettamente lo stile del gioco (violino e piano saranno strumenti predominanti nei brani che ascoltati).

Su cosa possiamo lamentarci perciò? A parte il senso di ripetitività negli scontri già nominato in precedenza, WayForward probabilmente avrebbe potuto fare un lavoro migliore sui boss: pochi e, a parte l’ultimo, con un basso approccio strategico. Inoltre, considerando la non lunghissima durata del gioco, il prezzo di lancio (14,99 €) potrebbe risultare un po’ eccessivo (considerando poi che, una volta portato a termine, non ci sono molti motivi per rigiocarlo).

Commenti finali
Dagli abomini di Uwe Boll al 2D di WayForward di tempo ne è passato e BloodRayne: Betrayal ha portato la serie verso un orizzonte che forse meglio si addice. Betrayal è capace di avere un pregio che è anche al tempo stesso un difetto: l’impegno per portarlo a termine. Non è un titolo indirizzato a chi vuole farsi una gita di piacere: l’aspetto vivace e brillante dei colori (su tutti il rosso sangue) non deve trarre in inganno. Ottima componente tecnica che finirà indubbiamente a portare un pizzico di nostalgia ai giocatori più attempati. Ci sei mancata Rayne.

+ Impegnativo
+ Bel design e ottimo stile
+ Colonna Sonora

– Impegnativo
– I boss forse potevano essere migliorati
– Gameplay un po’ difficoltoso
– Forse 14,99 € sono troppi